Monfalcone (venerdì, 11 luglio 2025) — In riscontro all’interrogazione dei consiglieri Morsolin e Saullo sulla presenza della comunità islamica a Monfalcone, il sindaco, Luca Fasan, nella seduta odierna del Consiglio Comunale, specifica che: “Con la loro interrogazione i consiglieri Morsolin e Saullo dimostrano di non conoscere o di ridicolizzare i reali problemi della presenza musulmana a Monfalcone, ovvero di agitarsi – con la solita logica della Sinistra cittadina – di fronte ad ogni azione dell’Amministrazione Comunale, ponendosi automaticamente a difesa degli interessi e delle posizioni islamiche.“
di Alessio Bianchi
“L’istituzione di un incarico specifico al consigliere incaricato alla lotta all’islamizzazione, On. Cisint – continua Fasan – che da Sindaco ha molto lavorato su questo, rappresenta una significativa modalità di azione della nuova amministrazione comunale per contrastare e prevenire le situazioni di rischio e illegalità conseguenti allo svilupparsi del radicalismo islamico cittadino, che si è andato espandendo in questi anni e ha riguardato episodi ed eventi di particolare gravità: dalla contestazione e dal mancato rispetto delle norme urbanistiche, all’inneggiamento al movimento terroristico di Hamas, dal coinvolgimento in un’indagine nazionale di terrorismo, alla presenza nelle rappresentanze delle comunità di personaggi condannati e coinvolti nel caporalato, fino alle violenze subite dalle minori, alcune delle quali protette e seguite dai servizi sociali comunali.
Bisogna avere ben chiaro il contesto e la realtà di Monfalcone, se si vuole affrontare in maniera non banale e superficiale – e con i soliti luoghi comuni dell’accoglienza e dell’integrazione – le gravi problematiche connesse a quella componente che non accetta, e anzi si pone in contrasto, con alcun processo di integrazione che significhi rispetto delle nostre leggi e delle nostre tradizioni.
L’ideologia di cui è portatore l’Islam – quella della sharia – si è fatta sentire pesantemente con comportamenti che spesso sono in contrasto con i nostri principi fondanti di dignità delle persone, libertà e democrazia.
Nei fatti gli islamici considerano il loro “credo” come la loro unica legge: chi non ne è seguace viene ritenuto una sorta di paria, di infedele. Questa ideologia si traduce in una violazione e privazione della dignità delle donne, spesso minorenni, che più volte hanno chiesto protezione alle istituzioni pubbliche, rifiutando ogni forma di sottomissione.
Nell’ambito del lavoro, in particolare dei cantieri navali, vige il modello dell’indiscriminato affidamento in subappalto, in situazioni che – come hanno più volte sottolineato i sindacati e come emerge in indagini della Guardia di Finanza a Marghera – consentono di alimentare dumping salariale e contrattuale, attraverso forme di mediazione e intermediazione che coinvolgono gli stessi ambienti islamici.
All’interno dei luoghi di preghiera – che esulano dai controlli e dalle regole previste dall’Intesa stabilita dalla Costituzione e che gli islamici non hanno mai sottoscritto – ampie preoccupazioni derivano dalle forme di finanziamento che provengono spesso dai Paesi più integralisti, dalla formazione degli imam fatta in questi stessi Paesi e dalle predicazioni al di fuori della lingua italiana.
Questo contesto dà valore alla scelta di avere un consigliere incaricato che possa essere supporto attivo per portare avanti politiche di legalità e sicurezza anti radicalizzazione, anche per la profonda competenza, l’impegno e la passione del suo lavoro e del suo ruolo.
In riscontro alla suddetta interrogazione, confermo la volontà dell’amministrazione comunale di sviluppare uno sportello anti radicalizzazione, quale punto di riferimento per le azioni di legalità e sicurezza necessarie; ascoltare, con la dovuta discrezione, a tutte le segnalazioni utili alla stessa finalità; sostenere chi segnala, nelle forme opportune e con la cooperazione con i soggetti preposti per l’emersione di tutti i casi di pizzo islamico, in un contesto ben noto di pesanti intimidazioni e pressioni subite dagli interessati; in merito al ruolo del Consigliere incaricato Cisint, voglio rilevare come nell’ambito dell’autonomia statutaria dell’ente locale sia pienamente ammissibile l’assegnazione delle relative deleghe di supporto all’attività del sindaco – quale punto di riferimento istituzionale – fermo restando che l’adozione di atti di gestione spettano (come in ogni altro caso) alla dirigenza e agli organi burocratici. Nel caso specifico, confermo l’apprezzamento per la disponibilità data in tal senso dal consigliere Cisint ad assumere l’incarico affidatole, nel rispetto delle norme e delle procedure previste, sperando che con questa specificazione possano essere chiarite e con ciò possano terminare gli inutili richiami polemici su questo aspetto”
Last modified: Luglio 11, 2025

