Gorizia (Domenica, 20 aprile 2025) — La piccola chiesa di Sant’Antonio Nuovo risplende nella notte: la Pasqua Ortodossa illumina il cuore di Gorizia. Canti, incenso e la vibrante fede della comunità macedone hanno animato l’antico convento francescano.
di Alessio Bianchi
Un’atmosfera suggestiva ha avvolto la piccola chiesa di Sant’Antonio Nuovo ieri sera, quando la comunità macedone di Gorizia si è riunita per celebrare la solenne Veglia pasquale ortodossa. L’edificio, un tempo cuore del trecentesco convento dei francescani minori, si è trasformato in uno scrigno di luci e canti, ricordando le intense atmosfere dei dipinti di George de la Tour. Molti fedeli, giunti anche dai territori limitrofi e dall’oltreconfine, hanno gremito l’angusto spazio sacro, con alcuni costretti ad ascoltare la liturgia dal chiostro antistante.
Varcando la soglia, lo sguardo dei fedeli si è posato sulla Sacra Tavola, dove le icone di Maria e Gesù sono state oggetto di devozione, con baci, carezze e offerte di stoffe, olio e le tradizionali uova dipinte di rosso. Queste, simbolo di vita e Resurrezione per la tradizione cattolica, assumono un significato ancora più profondo nel rito ortodosso, dove vengono preparate dalle donne a partire dal Giovedì Santo per essere portate alla Veglia.
A guidare la celebrazione è stato il pope Atanas Parmački, giunto a Gorizia in sostituzione del sacerdote Dejan Milovski. Insieme alla comunità macedone, il pope ha intonato i sacri canti fino a tarda notte. Un momento culminante è stato il tradizionale “scontro” delle uova rosse, un rito benaugurante che precede la condivisione. Il colore rosso delle uova, come ricordato durante la funzione, rimanda al sacrificio di Cristo, un tema che riecheggia anche nella tela del Caravaggio esposta in questi giorni alla Fondazione Carigo.
La Santa Messa in lingua macedone, celebrata in una chiesa cattolica concessa in uso alla comunità ortodossa dal 2021 grazie all’accordo con l’arcivescovo di Gorizia, è stata un susseguirsi di momenti intensi. I fedeli, con in mano le candele del Fuoco Sacro, hanno partecipato a una toccante processione intorno all’altare.
Il culmine della celebrazione è giunto con il triplice bussare del pope al portone chiuso, accompagnato dal potente annuncio «Christos Anesti (Cristo è risorto)!», a cui la comunità ha risposto con un unanime «Alithos Anesti! (è davvero risorto!)» e il corale «Hristos voskresna od mrtvite, (Cristo è risorto dai morti)». L’apertura delle porte ha svelato una chiesa inondata di luce, dove i fedeli sono rientrati con rinnovata emozione.
Magde Nikoleska, membro della comunità macedone, ha sottolineato l’importanza delle uova rosse nella loro tradizione, in contrasto con le uova di cioccolato più diffuse nella Pasqua cattolica. Un’usanza che affonda le radici nel racconto biblico di Maria Maddalena che, incontrando l’imperatore Tiberio, gli donò un uovo rosso annunciando la Resurrezione di Cristo. Un gesto che ha dato origine a una tradizione pasquale intrisa di profondo significato religioso.
Last modified: Aprile 20, 2025