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Tribunale di Bari ribalta la Questura: il percorso del richiedente asilo iniziato a Gorizia

Gorizia (Lunedì, 19 maggio 2025) — Un richiedente asilo algerino, dopo un percorso tortuoso che lo ha visto transitare dal CPR di Gorizia all’Albania e infine a Bari, è stato liberato. La Corte di Appello di Bari ha infatti respinto la richiesta di convalida del trattenimento avanzata dalla Questura, ritenendo non sussistente la presunta strumentalità della sua domanda di protezione internazionale.

di Alessio Bianchi

La vicenda, definita con la sentenza del 9 maggio scorso (R.G. n. 795/2025), trae origine dal trattenimento dell’uomo presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio goriziano. Successivamente, egli era stato trasferito in Albania, dove aveva formalizzato la sua richiesta di asilo. A seguito di ciò, la Corte di Appello di Roma aveva dichiarato inapplicabile nei suoi confronti il protocollo Italia-Albania e la relativa legge di ratifica, riconoscendo la sua qualità di richiedente protezione internazionale, status non contemplato dall’accordo bilaterale.

Una volta rientrato in Italia, il Questore di Bari aveva emesso un nuovo decreto di trattenimento, ipotizzando la natura strumentale della domanda di asilo. Tuttavia, la Corte di Appello di Bari ha contestato tale automatismo, sottolineando la necessità di una verifica concreta e preliminare della reale intenzione del richiedente.

Di fondamentale importanza nella decisione del tribunale barese è stata la considerazione della precedente pronuncia della Corte di Appello di Roma. Quest’ultima aveva già escluso la strumentalità della domanda, basandosi su elementi tangibili come il trentennale radicamento dell’uomo in Italia e la presenza di figli minori. La Corte di Bari ha quindi statuito che un nuovo esame della questione avrebbe violato il principio del “ne bis in idem”, non essendo sopraggiunte nuove e significative circostanze di fatto.

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Last modified: Maggio 19, 2025
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