(7 novembre 2024, Monfalcone) – Il Consiglio di Stato ha accolto le istanze del Comune di Monfalcone in merito al cambio di destinazione d’uso degli immobili utilizzati dai centri islamici, confermando la linea di legalità dell’Amministrazione. La sentenza sottolinea l’importanza di rispettare le normative urbanistiche per tutelare la vivibilità della città
di Paola Capitanio
Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Monfalcone, accogliendo le istanze avanzate contro le sentenze del TAR relative al cambio di destinazione d’uso di alcuni immobili utilizzati dai centri islamici. Dopo aver rilevato che tali centri operavano al di fuori delle normative edilizie e urbanistiche, l’Amministrazione Comunale aveva presentato ricorso chiedendo la sospensione dei provvedimenti, ottenendo una risposta positiva.
L’ex sindaco di Monfalcone, ora eurodeputato, Anna Cisint, ha espresso grande soddisfazione per il risultato, sottolineando come la decisione del Consiglio di Stato rafforzi la posizione del Comune in difesa della legalità. Secondo Cisint, la sentenza conferma l’impegno per la salvaguardia dell’ordinamento giuridico e per la tutela della comunità locale, ribadendo che le norme devono essere rispettate senza privilegi, sia per i cittadini che per le associazioni islamiche. “Il piano regolatore non è carta straccia”, ha dichiarato, spiegando come l’uso improprio degli immobili possa avere riflessi negativi sulla vivibilità e l’accessibilità urbana.
La decisione è stata anche un segnale forte contro le posizioni di alcuni esponenti della sinistra e dei consiglieri regionali radicali che, secondo Cisint, non sono stati dalla parte dei cittadini italiani. La pronuncia del Consiglio di Stato, che ha valutato positivamente i motivi del ricorso, rimanda la questione alla fase di merito, confermando che la causa del Comune merita ulteriori approfondimenti.
