Gorizia (mercoledì, 15 ottobre, 2025) — Un confine che un tempo divideva, oggi unisce. È questo il messaggio portato dal sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, al Parlamento europeo di Bruxelles, dove è intervenuto come relatore in occasione delle celebrazioni del 40° anniversario degli Accordi di Schengen. Invitato a raccontare l’esperienza unica della sua città insieme al collega di Nova Gorica, Samo Turel, Ziberna ha sottolineato come la collaborazione transfrontaliera tra Italia e Slovenia rappresenti un modello per tutta l’Unione.
di Martina Santucci
«Abbiamo trasformato una ferita che ci separava in una cerniera che ci unisce», ha dichiarato il primo cittadino, ricordando come la piazza Transalpina – simbolo di questo nuovo corso – ospitò nel 2004 la cerimonia di allargamento a est dell’UE. Il suo intervento, inserito nel panel “Schengen, 40 anni di storia dell’UE”, ha toccato temi cruciali come la sostenibilità sociale, la sicurezza, l’inclusione e il ruolo educativo delle istituzioni.
Ziberna ha parlato con passione della realtà quotidiana delle due città, ora Capitale europea della cultura 2025: «Tanti vivono da una parte e lavorano, studiano o si curano dall’altra. Sappiamo bene cosa significano le barriere. E oggi soffriamo per la sospensione di Schengen tra Italia e Slovenia». Uno stop che, a suo avviso, è in netta contraddizione con lo spirito “borderless” della capitale culturale che Gorizia e Nova Gorica rappresentano.
Il sindaco ha poi rivolto un appello all’Europa per un futuro all’altezza delle sfide contemporanee: formazione, alleanze strategiche, investimenti globali e una politica migratoria inclusiva. Ha anche proposto di fare delle due città la sede di un’agenzia europea per le questioni transfrontaliere.
Concludendo, Ziberna ha ribadito che il destino dell’Europa è legato alla sua capacità di restare unita nella diversità: «Non vogliamo essere uguali, ma uniti. Il futuro di Schengen è il futuro dell’Europa. Viva l’Europa!».
Last modified: Ottobre 15, 2025

